21 giugno 1502: probabile primo giorno di permanenza ad Urbino, dove Leonardo Da Vinci giunge insieme a Cesare Borgia.
30 luglio: Leonardo lascia Urbino.
1 agosto: primo giorno a Pesaro.
8 agosto: giunge a Rimini dove annota, tra l’altro, l’armonia delle cadute d’acqua della Fontana cosiddetta “della pigna” nell’attuale piazza Cavour.
10 agosto: Leonardo è a Cesena per la festa di San Lorenzo.
15 agosto: ancora a Cesena dove effettua il rilievo delle mura e redige altre note e schizzi di fortificazioni.
6 settembre: è a Cesenatico dove disegna una planimetria del porto canale e una veduta a volo d’uccello del borgo marinaro.
10 settembre: arrivo a Imola; forse nei giorni precedente è stato a Faenza dove ha disegnato la cattedrale. A Imola Leonardo realizza la mappa della città.
10 dicembre: probabile partenza da Imola.
Qualche mese prima, il ritorno a Firenze dopo avere vissuto alla corte di Ludovico il Moro, lo aveva condotto a serie ristrettezze economiche. In quegli anni erano poche le commissioni che gli poteva offrire la città medicea.
Nello stesso periodo, il terribile Cesare Borgia, detto il Valentino, figlio naturale di Papa Alessandro VI, aveva appena terminato la conquista dello stato della Romagna, ma gli interessi su questa regione premevano da tutti gli stati confinanti, Venezia e Firenze in primis, vuoi per la ricchezza, vuoi per la posizione strategica, vuoi per il sale.
Ecco allora che le rocche e le mura di Romagna, ancora medioevali, erano bisognose di sopralluoghi e risistemazioni per garantirne la forza e la resistenza, soprattutto ora di fronte alla potenza delle nuove armi da fuoco introdotte in Italia dai francesi.
Leonardo allora, non accenna a indugi. Vede finalmente la possibilità di applicare i suoi studi ideati nel periodo milanese.
Nel Maggio del 1502 parte accompagnato da un piccolo taccuino tascabile, 10.9 per 7.2 centimetri, oggi catalogato come Codice L (Biblioteca dell’Istitut de France di Parigi), sul quale avrebbe annotato, tappa dopo tappa, luogo dopo luogo, schizzi, idee, invenzioni, considerazioni, pensieri, opinioni e, anche emozioni.
Leonardo si sposta con sorprendente frequenza. Superate Urbino e Pesaro, dall’8 Agosto fino a tutto il Settembre del 1502, quindi in poco meno di due mesi, soggiorna e lavora in ben cinque città strategiche della Romagna: nell’ordine Rimini, Cesena, Cesenatico, Faenza e Imola.
In quasi tutti questi luoghi Leonardo esegue misurazioni, rilievi e studi delle mura e delle rocche attraverso il suo metodo di analisi. Con la bussola in una mano e il taccuino nell’altra, lo immaginiamo camminare lungo le vie delle città mentre conta i passi e misura gli angoli delle curvature.
Un lavoro minuzioso, di grande precisione che dagli appunti confusi del taccuino si vedrà concretizzato tra il 1502 e il 1503 in esemplari capolavori per l’integrazione tra arte, geologia, cartografia e geometria: la mappa di Imola, il progetto del porto canale di Cesenatico e la carta fisica della Romagna.
Nel frattempo il genio, matura considerazioni e si lascia andare a considerazioni di tipo anche etnografico: con il sorriso sulle labbra, (e non lo riporto a cuor leggero!), a Cesena annota la stupidità della gente di Romagna definendola “capo di ogni grossezza di ingegno” per la costruzione di carri con le ruote anteriori più piccole delle posteriori.
Ancora a Rimini rimane incantato dall’armonia della fontana al centro della piazza.
A Faenza lo troviamo abbozzare il Duomo, opera di Giuliano da Maiano di Fiesole, allora ancora in costruzione e ammirare lo struggente calanchivo della valle del Lamone definendolo “terra da far boccali”.
Il viaggio di Leonardo in Romagna termina nel Dicembre del 1502.
Di lì a poco, dopo la morte del suo protettore Papa Alessandro VI, Cesare Borgia perderà lo stato di Romagna.
Tornato a Firenze, e pronto a ricominciare, Leonardo dipingerà il capolavoro della “La Gioconda”.
…. ispirato dalla Romagna?
Giorgia Lagosti