Gli Spaghetti con la Granseola di Gregorio Grippo

Spaghetti con la Granseola di Gregorio Grippo Ingredienti (per 4 persone) 360 grammi di spaghetti artigianali trafilati al bronzo 600…

Spaghetti con la Granseola di Gregorio Grippo

Ingredienti (per 4 persone)
360 grammi di spaghetti artigianali trafilati al bronzo
600 grammi di granseola (la stagione migliore va dall’autunno fino alla primavera inoltrata) (possibilmente con le uova)
1 spicchio di aglio
2 scalogni
200 grammi di datterini
1 piccolo peperoncino piccante
40 grammi di olio extravergine di oliva
35 grammi di rhum
sale di Cervia

Spaghetti alla Granseola

Preparazione
Lavare velocemente sotto l’acqua corrente la granseola (vanno bene anche 2 crostacei da 300 grammi l’uno) e, coperta da una pellicola adatta alle alte temperature, cuocerla in forno a vapore regolato a 80 gradi, per 25 minuti. Prestare attenzione a raccogliere tutto il liquido di cottura. Una volta freddata, la granseola va aperta per separare la polpa dal carapace: la prima va momentaneamente messa da parte, mentre il secondo va trattato come segue.

In una larga casseruola, rosolare in un filo di’olio, per lungo tempo e a fiamma molto bassa, l’aglio e gli scalogni: dovranno risultare quasi caramellati. Successivamente unire i datterini tagliati a metà e portare a cottura fino a quando non saranno praticamente sciolti. Ora, alzando la fiamma, porre il carapace della granseola all’interno del tegame e sfumare con il rhum. Una volta che questo sarà completamente evaporato, aggiungere un po’ di acqua e lasciar sobbollire per almeno un’ora continuando a schiumare per eliminare tutte le impurità.
A questo punto va passato tutto all’interno di una pressa da cucina per estrarre tutti i succhi del crostaceo. Filtrare e unire una parte di questo liquido alla polpa che era stata messa da parte e mixare fino ad ottenere una crema densa e omogenea.

L’altra parte servirà per portare a termine la cottura degli spaghetti: questi infatti dovranno bollire per non più di 3/4 minuti in una capace pentola con abbondante acqua salata. Successivamente vanno scolati e finiti con il liquido della granseola. A pochi minuti dalla fine, si aggiunge anche la crema ottenuta dalla polpa.
Impiattare in un piatto ben caldo e servire senza l’aggiunta di decorazioni.

Piccolo approfondimento

Come già detto, la granseola per questo piatto va ricercata con le uova. Vero è che ciò va a discapito della quantità delle carni, ma … quello che ci ritroviamo nel piatto di spaghetti non è certo la polpa del grosso granchio, bensì la sua spremitura “densa” e concentrata di tutto il suo sapore. La granseola viene infatti … “torchiata”.
E anche questo merita una doverosa spiegazione perchè il torchio non è stato preso in prestito dalla cucina d’oltralpe, non ha nulla a che fare con la cucina francese: nell’800 infatti, in versione lignea, questo strumento era molto usato nel nostro sud per estrarre tutta l’acqua di vegetazione di melanzane, zucchine e cetrioli che, dopo aver passato qualche giorno al sole, sarebbero finiti conservati sott’olio e trasformati in dispensa per stagione fredda.

Quello della Buca è invece un torchio di metallo (le norme igieniche oggi lo impongono) che “spreme” la granseola di tutto il suo liquido: quest’ultimo, dopo una breve cottura a basse temperature, diviene protagonista dell’ultima fase di lessatura degli spaghetti. Insomma … finiscono la loro cottura nel succo di granseola. E gli spaghetti sono, ovviamente, quelli essiccati naturalmente, trafilati al bronzo e solo di grano duro nazionale.