Stefano Bartolini ricorda che quando era piccolo, nei primi giorni di freddo prima del “vero” inverno, andava con il babbo Marcello sulla banchina del Porto Canale di Cesenatico ed insieme gettavano in acqua una fascina di tralci di vite frutto delle potature di quei giorni. Un groviglio fitto di rami, una sorta infido nido per schille e cieche negli intrecci del quale, in breve tempo, si nascondevano credendo di avere trovato riparo e invece … ne diventavano prigioniere!
Il trucco era capire quando issare la fascina ma per questo … era tutta una questione di “inspiegabile” intuito! E ogni volta, per Stefano, era una forte emozione: il “bottino” era veramente prezioso!
Oggi Gregorio Grippo, lasciatosi ispirare da questo racconto, ha ricreato la fascina di tralci di vite con ruvide tagliatelle al matterello ottenute da una mix di farine integrali e da chicchi di grani antichi, grossolanamente spezzati sotto pesanti macine di pietra. Una intricata trama per intrappolare le dolcissime schille.
Ad inspessire i sentori del piatto … una leggera affumicatura per le cieche, una nota tostata di polvere di caffè e il profumo del whisky torbato. Niente altro. Solo … un capolavoro!