La Nove Colli – Cesenatico … 200 chilometri di Romagna … Cesenatico
Era il 1965 quando, a Cesenatico, una manciata di amici appassionati “della bicicletta” e accomunati di principi condivisi quali la lealtà e la “pulizia sportiva”, decisero che era arrivato il momento di darsi una organizzazione e fondarono una associazione cicloturistica. La battezzarono “Fausto Coppi” in onore dell’ atleta agonisticamente perfetto ed integro, scomparso pochi anni prima. Loro erano Gaetano Freschi, Tarcisio Pedulli, Vito Pagan, Gianfranco Casali, Guerrino Ciani, Giovanni Berlati, Domenico Razzani e Gianpietro Stignani. Si incontravano quasi quotidianamente al bar del Corso, luogo storico sul famoso Canale Leonardesco.
Poi arrivò il Luglio del 1970 e, tra le varie iniziative di quell’anno, ci fu un’impresa “fuori porta”, un cicloraduno con relativa fatica di 200 chilometri in Svizzera. Avrebbero conseguito il famoso “Brevetto Alpino”. Poi … di lì all’idea di creare a Cesenatico il “Brevetto Appenninico” … il passo fu brevissimo!
Il 20 Maggio 1971 partì la prima edizione della Nove Colli. Erano in 17 e cominciarono a pedalare alle 5 del mattino, dal loro ritrovo abituale, dal bar del Corso appunto.
Fu questo il primo tassello della tanto rinomata Nove Colli che porta a Cesenatico ogni anno e ancora oggi, con gli stessi propositi di allora, migliaia di persone.
E come allora, la Nove Colli di oggi è fatta di 200 chilometri che si snodano partendo da Cesenatico e toccando “perle” del nostro territorio come Bertinoro, Polenta, La Fratta, Meldola, Pian di Spino, Pieve di Rivoschio, Linaro, il passo della Ciola, Mercato Saraceno, Sogliano, Perticara, Borghi. Si sfiorano e si intravedono San Leo, Novafeltria.
Chi l’ha vissuta nelle passate edizioni ha parlato di avventure, sfacchinate, imprese. Ha raccontato di sudate, scalate, imprecazioni. Gli si è rotta la voce ricordando il gruppo, la soddisfazione e l’orgoglio.
E ora, per concludere … qualche consiglio per poter affrontare serenamente la Nove Colli? Barrette energetiche, panini e acqua, sali minerali. Poi una camera d’aria di scorta (forse anche due!), la pompa, il casco e il k way. Infine … tenacia, fiato e … un po’ di follia!
Giorgia Lagosti
… alcune foto del percorso … di Gianluca Missiroli