Ogni volta che varco le porte delle Osterie di Andrea e Stefano, il mio sguardo viene immancabilmente rapito dai grandi “volti” alle pareti che mi osservano, dalle mani intente in faticosi lavori, dai sorrisi di chi sa apprezzare le cose semplici della vita: sono immagini che ritraggono momenti di vita marinara, oggi cancellati dal trascorrere inesorabile del tempo, sono tante foto che incorniciano gente, mestieri che non esistono più, scorci e paesaggi di mare remoti.
Sono scatti che, come veri e propri racconti, come un album dei ricordi, hanno donato vita eterna a ciò che altrimenti sarebbe andato perduto.
Sono le “parole” di Luciano Nanni.
Fotografo storico della Cesenatico degli Anni d’Oro, mi racconta … “sono nato in camera oscura: il nonno Cimbro era fotografo, il babbo Alberto pure e io … come avrei potuto scegliere un’altra professione? Quelli erano i tempi del “bianco e nero”, gli anni in cui tutto era “manuale”. Ricordo che mio babbo misurava la temperatura degli acidi con un dito e regolava i tempi di sviluppo in base a … quel dito!”
“E il babbo Alberto era bravo anche sulla spiaggia – ricorda Luciano Nanni. Io provavo imbarazzo ad andare sotto gli ombrelloni a proporre le foto ricordo. A me piaceva stare in camera oscura: lì mi sentivo a mio agio”.
In quegli anni erano la ricerca e la sperimentazione che facevano di un fotografo un bravo fotografo, erano i tentativi che portavano a raggiungere quello che era già chiaro nella mente. Erano … le “prove” che permettevano di raggiungere … l’arte.
Lui, da ragazzino, era andato ad imparare a Forlì, da Zoli (fotografo ufficiale di Mussolini per la Romagna), ma è nella solitudine, nel buio e nel freddo della camera oscura che si era “fatto le ossa” ed era da lì che riusciva sempre a “parlare” attraverso quelle immagini che oggi ritroviamo sulle pareti delle Osterie.
Mi dica … cosa è per lei Cesenatico?
“E’ il posto più bello del mondo! Quando avevo un rullino da finire, verso sera, andavo sul Porto Canale e immortalavo la vita della mia Cesenatico. Il Porto Canale era come un quadro che cambiava tutti i giorni. E, un po’, è così anche oggi”.
E … il trucco del successo?
“Sono sempre stato attento alle novità. Mi spiego: a Cesenatico arrivarono le colonie … e noi diventammo i fotografi ufficiali delle colonie. Si faceva un accordo con le vigilatrici e si prendeva appuntamento. E il giorno prestabilito … si partiva.
Ricordo ancora quando andavo con mio babbo alla Bresciana Grande e fotografavo in un solo giorno centinaia e centinaia di bambini. Arrivavamo alla mattina presto, con due mosconi, dal mare.
Ogni bambino che aveva i soldi pattuiti, si metteva in posa su una delle due piccole imbarcazioni traballanti, impugnava i remi, appoggiava un piede sul seggiolino e … a pomeriggio inoltrato si raggiungevano anche i 600 scatti.
Spesso si riusciva ad ottenete la foto di gruppo con la vigilatrice, rigorosamente vestita e solo quando si concedeva.
Rientrati iniziava il lavoro in camera oscura: il fissaggio, il lavaggio, l’asciugatura dei rullini; poi la stampa sulla carta con l’ingranditore e ancora l’asciugatura. Ogni foto andava poi stirata (operazione questa che richiedeva una mano delicata, spesso quella delle donne di casa) e rifilata nei bordi con la frastagliatura. Infine il timbro con gli appositi spazi per la data e … qualche pensiero.
Ma la mente “imprenditoriale” della famiglia era la mamma: fu lei ad inventarsi i “viaggi” a San Marino. Là il fotografo non c’era e lei e il babbo partivano la mattina, facevano i servizi, sviluppavano in macchina e in serata rientravano a casa”.
E ancora … il negozio della famiglia Nanni vide fra i primi le “cartoline dalla villeggiatura”, poi le foto dal motoscafo, quelle pubblicitarie degli alberghi, le foto sulla tela, gli scatti della famosa “9 Colli”…
Luciano Nanni era sempre presente con la sua macchina fotografica in tutti i momenti mondani (e non) della sua Cesenatico.
Negli Anni d’Oro non c’è stato nessun personaggio famoso che non sia “entrato nel suo obiettivo”, che non sia “passato” per la sua camera oscura.
Oggi Luciano cataloga le sue foto, i suoi negativi che presto saranno donati alla biblioteca: sono immagini, ricordi, testimonianze e preziose ricchezze che devono rimanere negli occhi di tutti. Nelle persone che hanno vissuto quegli anni … sono nel cuore.
Giorgia Lagosti