All‘Osteria del Gran Fritto di Milano Marittima … rinnovamento, reinterpretazione, progetti e crescita.
Vecchi messaggi che si consolidano e nuove “parole” che prendono forma. E’ questa l’aria che si respira in casa Bartolini, un’aria che porta con sè la voglia di non sedersi ad aspettare che gli anni difficili che stiamo vivendo vedano la fine, un’aria che denota il desiderio di stare al passo con le esigenze dell’oggi e che guarda con grande lucidità verso propositi futuri.
Si tratta di un disegno, di una immagine fatta di tanti piccoli tasselli con l’unico scopo di rendere l’ambiente dell’Ostreria accogliente, diretto. Confortante.
Tutta rinnovata è la terrazzina sulla spiaggia, bianca, ordinata e protetta lungo il perimetro della staccionata da cannette che la preservano da possibili piccoli fastidi esterni. Poi seggiole azzurre, il colore di Stefano, leggere … sbarazzine!
All’interno invece un banco dell’accoglienza tutto nuovo: incastonato su legno “sbucciardato” (tagliato a sega nel senso della venatura: il rispetto dell’anima del legno grezzo, un effetto del tutto naturale), c’è la riproduzione su tela di un quadro di Tinin Mantegazza del 1996.
Ancora … e finalmente anche all’Osteria …. la pescheria: una teca di plexiglass che custodisce il pescato fresco, quello che i clienti possono vedere, dal quale lasciarsi incuriosire e … imparare a conoscere.
E’ da qui che in questi giorni Ervis Ristani, chef a capo della brigata di Milano Marittima, sceglie spade (che non sono mica pesci spada!) e paganelli, tiene in fresco le cozze dei pozzi (le migliori del periodo), le oratine nostrane ….
E che dire della nuova immagine del servizio di sala?
Informale negli abiti, chiaramente identificabile dal simpaticissimo grembiule blu ed estremamente professionale nello svolgimento del suo ruolo.
C’è aria di casa all’Ostreria!
Finisco con …. le capannine da spiaggia, quelle a righe bianche e azzurre che da sempre identificano Stefano Bartolini.
Quasi come un marchio, in questi giorni in ognuno degli ambienti del locale, hanno messo radici delle piccole strutture a servizio dei camerieri: mensole con tanto di oblo da cui filtra la luce, che conservano le bottiglie di olio di Brisighella, le saliere con l’oro bianco di Cervia, i cestini del pane di Gregorio Grippo …. e tutto ciò di cui gli ospiti possono aver bisogno!
Dalla cucina invece continuano ad uscire i piatti che da sempre fanno grande la cucina della tradizione dei pescatori. Su questo Stefano non transige: niente cambiamenti!
Giorgia Lagosti