La Romagna, una terra affascinante, per certi versi misteriosa, a volte schiva.
Certamente varia e ricca di mille sfaccettature: a nord est, le “terre di bonifica”, le piallasse e le valli a fare memoria delle antiche paludi e pinete cantate da Dante. A est il mare con tutto il suo incanto e la sua seduzione. A sud lo spartiacque che dal Marecchia gradualmente si innalza lungo le valli dei fiumi romagnoli caratterizzate da marcate colline e monti, boschi e terreni a vite, a ulivi e ad alberi da frutto. Infine a nord ovest, la “larga”, abitata e produttiva.
E forse, a immagine e somiglianza del territorio, anche la storia ha voluto farsi grande. Parlo della Romagna ha dato radici a famiglie come i Guidi, i Malatesta, i Montefeltro, di quella in cui sono nate vicende e leggende come quella di Cagliostro a San Leo, dove si sono diffuse forti entità religiose e politiche come l’eremo di Camaldoli e la signoria dei Medici.
Penso alla Romagna che, per le sue suggestioni, divenne il luogo di meditazione di Santi come Ellero, Romualdo, Francesco, Pier Damiani e che, prima ha dato i natali, poi ispirato e suggestionato artisti e poeti.
Dal mare, simbolo dell’andare oltre, oltre il confine, arrivava Hugo Pratt (Rimini 1927 – Grandvaux 1995); da lì prese il largo per diventare autore di fumetti e romanzi, “cercatore” di tesori, inventore di storie. Come quelle di Corto Maltese, il più famoso dei suoi personaggi che rimanda la memoria ai grandi romanzi d’avventura di Conrad, Melville, Lewis, Cooper e Dumas. Con il suo marinaio giramondo e solitario, Pratt ha elevato il fumetto a letteratura vera e propria.
Poco distante da Rimini c’è la San Mauro di Giovanni Pascoli (1855 – 1912) e della sua poesia caratterizzata da una metrica classica, semplice, precisa, da un lessico agreste, quasi botanico figlio di quella Romagna da cui Pascoli ha tratto il piacere delle piccole cose. Una sensibilità quasi infantile la sua, una delicatezza che apre le porte della poesia sul quotidiano, che l’avvicina alla prosa.
Un altro grande fu Francesco Fuschini (San Biagio d’Argenta 1914 – Ravenna 2006), il prete scrittore più famoso della Romagna. Viaggiatore “da poco”, ma grande uomo di penna, Fuschini raccontò di uomini e di paesaggi, di malandrini … come i suoi fiocinini di valle.
La Romagna del confine nord poi, non è solo quella d’Argenta, ma anche la valle di Olindo Guerrini (Forlì 1845 – Bologna 1916). Con lo pseudonimo di Lorenzo Stecchetti, Guerrini scrisse un originale “superamento” in versi dei confini geografici, “E’ Viazz”: 51 cartoline illustrate del primo viaggio cicloturistico – gastronomico del XX secolo.
Per non parlare infine di Tonino Guerra che con “I bu”, “Il miele”, “Il viaggio” per citare una piccolissima parte della sua produzione, ha incarnato il prototipo dell’intellettuale che gira, scopre e comunica il mondo senza dimenticare mai le sue radici e i confini della sua terra.