Le antiche Conserve di Cesenatico …
” …un quartiere tutto di ghiacciaie
in forma di grotte scavate in profondo,
cinte all’esterno di muri bassi e rotondi e coperti di tegoli …
orrizontarsi in quella specie di “villaggio abbissino”, come qualcuno lo vedeva,
mettere i piedi ove non fosse fango,
evitare i rivoletti d’acqua sudicia sgorganti da ognuno di quegli usci,
non era agevole …
senza dire che la stessa natura del terreno doveva avere influito sull’immaginazione della gente da poco se un dislivello di due o tre metri faceva dare a quei luoghi assurdi il nome di “monti”.
Marino Moretti, L’Andreana
Un vero e proprio museo etnografico a cielo aperto quello ospitato nella pittoresca Piazza delle Conserve di Cesenatico.
Originale, singolare e suggestiva tanto da essere più volte evocata dalla mirabile penna di Marino Moretti.
A partire dal XVI secolo, nella zona costiera romagnola e nei territori limitrofi cominciò a prendere piede la costruzione di queste vasche a forma ovoidale utilizzate, si diceva, per la conservazione delle derrate alimentari e a Cesenatico, fervido porto peschereccio dell’Adriatico, tali strutture erano finalizzate principalmente al mantenimento … non del pesce, bensì del ghiaccio: antichi documenti le identificavano come … “le conserve del pesce” e certamente lo scopo era quello, ma nelle fosse c’era solo … il freddo!
Nella seconda metà dell’Ottocento erano circa venti, tutte concentrate nella zona a levante del porto canale, quella che ancora oggi viene chiamata “Del Monte” a causa della sopraelevazione rispetto al terreno circostante data da questi “trulli”.
Ed era proprio questo il periodo, il pieno inverno, in cui venivano riempite di strati di ghiaccio o di neve compressa, raccolta nei fossi, nei maceri o nelle colline dell’entroterra: sarebbero serviti per la refrigerazione, un sistema di conservazione certamente più evoluto rispetto alla salatura.
Tronchi conici rovesciati, profondi circa sei metri, con imboccature di otto, racchiusi da bassi e robusti muri perimetrali in muratura e sormontati da coperture in mattoni o tegola e tetti in legno. Poi venivano ulteriormente coperti da sabbia, paglia o terra per garantire l’isolamento termico.
Questo sistema consentiva di mantenere all’interno della cella una temperatura vicino allo zero costante per quasi tutto l’anno e fornire il “conservante” per il bene più prezioso di una cittadina di pescatori quale era Cesenatico. Le fosse erano sorvegliate e accuratamente custodite come vere e proprie reliquie laiche, destinate non a guadagnare il posto per l’anima in paradiso, ma a procurare il sostentamento per il corpo in terra.
E … continuarono a svolgere la loro funzione fino al 1930, fino a quando cioè venne attivata la prima fabbrica per la produzione del ghiaccio artificiale.
Oggi, nella Piazza delle Conserve, punto nevralgico per i cittadini che qui si raccolgono in occasione del mercato e di eventi culturali, sono stati recuperati, dopo un accurato restauro, alcuni esemplari delle antiche “vasche”.
Queste cripte, significativa testimonianza della vecchia cultura marinara, rappresentano una realtà unica nell’ambito dell’etnografia italiana, purtroppo insapientemente misconosciuta, tanto che c’è ancora chi ritiene quel foro il luogo in cui si facevano le marmellate!
Giorgia Lagosti